Nel febbraio del 1983 l'Aministrazione Comunale con apposita delibera votata all'unanimità,proclamò il Tarlisu maschera ufficiale della città, ritenendo di ricordare e celebrare così il seme che diede origine allo sviluppo industriale ed economico di Busto Arsizio.
Al Tarlisu si è unita la maschera femminile, la Bumbasina, formando la coppia ideale della realtà tessile della città.
La "Bombasina" era una tela grezza di cotone usata prevalentemente come lenzuola, ma anche per farne asciugatoi e grembiuli per lavori domestici. Il grezzo veniva tinto e così era idoneo a molteplici usi. Una delle caratteristiche di questo tessuto era che tutta la preparazione del filato era eseguita manualmente e perciò in maniera artigianale; di conseguenza la "bumbasina" presentava nella pezza ciò che a Busto veniva chiamata "a guseta" (residuo del guscio del cotone).
La "Bombasina" era una tela grezza di cotone usata prevalentemente come lenzuola, ma anche per farne asciugatoi e grembiuli per lavori domestici. Il grezzo veniva tinto e così era idoneo a molteplici usi. Una delle caratteristiche di questo tessuto era che tutta la preparazione del filato era eseguita manualmente e perciò in maniera artigianale; di conseguenza la "bumbasina" presentava nella pezza ciò che a Busto veniva chiamata "a guseta" (residuo del guscio del cotone).
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